Storia della letteratura italiana by Francesco De Sanctis

Storia della letteratura italiana by Francesco De Sanctis

autore:Francesco De Sanctis
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


XIII.

L’«ORLANDO FURIOSO»1

Ludovico nacque nello stesso anno che Michelangiolo, il 1474. Machiavelli, Berni, Bembo, Guicciardini, Folengo, Aretino, i principali personaggi di questa età letteraria, nacquero in questo scorcio del secolo, a poca distanza di anni, il Machiavelli nel ’69, il Bembo nel ’70, il Guicciardini nell’82, e nel ’94 il Folengo, e nel ’92 Pietro Aretino.

Nel ’98, proprio l’anno che il Machiavelli era eletto segretario del comune fiorentino, Ludovico scrivea in prosa le sue due prime commedie. L’uno attendeva alle gravi faccende dello stato, e ne’ suoi viaggi in Italia e in Europa attingeva quella scienza dell’uomo e quella pratica del mondo, che dovea fare di lui la coscienza e il pensiero del secolo; l’altro faceva il letterato in corte, e scrivea sonetti, canzoni, elegie, capitoli, commedie, tutto nel mondo della sua immaginazione.

Aveva allora ventisei anni. Cinque ne aveva sciupati intorno alle leggi; finchè, avuta dal padre licenza, si mise con ardore allo studio delle lettere, e tutto pieno il capo di Virgilio, Orazio, Petrarca, Plauto, Terenzio, cominciò a far versi latini e italiani, come tutti facevano, elegie, canzoni, odi, epigrammi, madrigali, sonetti, epistole, epitalamii, carmi.

Nel ’94, quando Carlo VIII scendeva in Italia, il giovane Ludovico scrive un’ode oraziana a Filiroe, nome ch’egli appicca ad una contadinella. Carlo minaccia

asperi

Furore militis tremendo

Turribus ausoniis ruinam.

E il giovane sdraiato sull’erba e con gli occhi alla sua Filiroe scrive:

Rursus quid hostis prospiciat sibi,

Me nulla tangat cura, sub arbuto

lacentem aquae ad murmur cadentis.

Pensa e sente e scrive come Orazio. Il mondo precipita: e che importa? sol che possa andare pe’ campi, seguire Lida, Licori, Filli, Glaura, e cantare i suoi amori:

Est mea nunc Glycere, mea nunc est cura Lycoris,

Lyda modo meus est, est modo Phyllis amor…

Antra mihi placeant potius montesque supini,

Vividaque irriguis gramina semper aquis…

Dum vaga mens aliud poscat, procul este Catones…

E scrive De Puella, De Lydia, nome oraziano di una sua amata di Reggio, De Julia, una cantante, De Glycere et Lycori, De Megilla, e fino De Catella puellae, imitazione felice di Catullo. Luigi XII conquista il ducato di Milano, chiamatovi da Alessandro VI, e che importa,

si furor, Alpibus

Saevo flaminis impetu

lam spretis, quatiat Celticus Ausones?

Che importa servire a Re gallo o latino,

Si sit idem hinc atque hinc non leve servitium?

Barbaricone esse est peius sub nomine, quam sub

Moribus?

Tutti barbari e tutti tristi. E il giovane esclamando: «Improba secli conditio!» e lamentando «clades et Latti interitum»,

Nuper ab occiduis illatum gentibus, olim

Pressa quibus nostro colla fuere iugo;

svolge l’occhio dallo spettacolo e cerca un asilo in Orazio e Catullo. L’anno appresso alla calata di Carlo VIII l’Ariosto recita l’orazione inaugurale degli studi nel duomo di Ferrara, De Laudibus Philosophiae, e poi la reca in esametri. Scrivea pure sonetti, canzoni, elegie, dove si sente lo studio del Petrarca. Nel ’93 a diciannove anni scrive un’elegia per la morte di Leonora d’Aragona, moglie del duca di Ferrara. Nell’introduzione si scopre ancora lo studente e il dilettante:

Rime disposte a lamentarvi sempre,

Accompagnate il miserabil core

In altro stil che in amorose tempre:

Che or giustamente da mostrar dolore

Abbiamo causa, ed è sì grave il danno

Che appena so s’esser potria maggiore.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.